Descrizione
Tante sono le edicole che furono realizzate nel ’400 anche in molte chiese italiane, specialmente in Toscana. Destinate a contenere il Santissimo Sacramento, esse sono gioielli di arte e di fede. Il Tabernacolo eucaristico o Ciborium di Donatello, murato nella Cappella dei Beneficiati del Museo storico artistico del Tesoro di San Pietro in Vaticano, è stato recentemente sottoposto a restauro. Esso si presenta come una microarchitettura in prospettiva di edificio sacro, di cui è possibile ammirare un’unica facciata, affollata di angeli.
Un capolavoro di Donatello in Vaticano (1432-1433), di Carlo La Bella
La cornice di marmo scolpito che oggi ospita l’immagine pittorica della Madonna della Febbre nella cappella della Sagrestia dei Beneficiati, era in origine una monumentale custodia del Santissimo Sacramento, che venne convertita all’attuale funzione nel secolo XVII. Come ben sapeva Vasari, il prezioso manufatto era stato realizzato da Donatello, il quale raggiungeva Roma dalla Toscana quarantacinquenne e all’apice della fama, per sostarvi almeno dal 1432 al 1433. L’opera gli venne richiesta da papa Eugenio IV Condulmer (1431-1447), che intendeva destinarla a una cappella dedicata al Sacramento posta all’interno dei Palazzi Apostolici, andata distrutta nel secolo XVI. Lo studio approfondito che il toscano poté fare sulle antiche rovine durante questo maturo soggiorno romano, si rispecchia pienamente nel tabernacolo, che presenta le forme di una piccola architettura di originalissima invenzione, ma interamente conformata su elementi formali classici. La scena del Compianto sul Cristo morto, che viene svelata da una coppia di angeli reggi-cortina disposta alla sommità del manufatto, è uno dei bassorilievi a “stiacciato” più drammatici ed emozionanti realizzati fino a quel momento dal grande maestro.
Diagnostica di supporto al restauro, di Stefano Ridolfi, Ilaria Carocci (Ars Mensurae, Roma)
In occasione del restauro del tabernacolo marmoreo del Sacramento tradizionalmente attribuito a Donatello, all’interno del Museo del Tesoro di San Pietro in Vaticano, è stata effettuata una campagna diagnostica di supporto al restauro stesso. Le indagini sono state effettuate in loco, mediante strumentazione portatile e quasi esclusivamente non invasiva. Le immagini UV hanno rivelato la presenza di collanti e gocce di cera altrimenti invisibili. La Fluorescenza X ha rivelato la presenza di una possibile preesistente scialbatura a biacca, mentre l’analisi SEM-EDS, sull’unico campione prelevato in un sottosquadro, ha escluso la presenza di campiture colorate.
