Descrizione
Per comprendere lo stile della Porta della Preghiera, così innovativa nell’ambito della Basilica Vaticana, sono opportune due considerazioni: innanzi tutto il nuovo clima di apertura di Paolo VI e della chiesa postconciliare nei confronti della modernità, ben espresso nelle parole che Giovanni Battista Montini rivolse agli artisti già all’inizio del suo pontificato, il 7 maggio 1964, nella Cappella Sistina: “Rifacciamo la pace? Quest’oggi? Qui? Vogliamo ritornare amici? Il Papa ridiventa ancora l’amico degli artisti?”, dei quali molti ebbero un rapporto diretto col pontefice, da Dina Bellotti (sua ritrattista ufficiale), ad Aligi Sassu, Fabrizio Clerici, Aldo Carpi e Lello Scorzelli.
In secondo luogo, e di conseguenza, nel 1965, la rivincita dell’espressionismo di inizio secolo, messo al bando dall’Inquisizione cardinalizia il 23 febbraio 1921 e invece ora accettato nell’arte sacra: uno stile che non mira ad appagare la vista, ma intende far percepire l’interiorità profonda di un messaggio.
Nella Porta della Preghiera sono più di cinquanta le immagini che fanno riferimento alle quattro preghiere riportate nel Vangelo di Luca: Magnificat (1,40ss.), Benedictus (1,68ss.), Nunc dimittis (2,22ss.), Pater noster (11,1ss.). I singoli tasselli delle figure, che qui presentiamo in contrasto di colore per poterli effettivamente ammirare, sono a volte di difficile individuazione e lettura in quanto immersi in una vibrante marea apocalittica di bronzo dorato, simbolo del divenire tumultuoso della vicenda umana, in cui la grazia, nelle varie sfaccettature della storia biblica, si introduce per salvare coloro che sono in preghiera.
La struttura dei quattro pannelli segue un ordine teologico preciso. Nei due pannelli superiori i misteri principali della fede, in quelli inferiori la vicenda umana della redenzione. In particolare nel primo pannello del Pater noster è dominante al centro, in uno slancio verticale, la Trinità; nel secondo pannello del Benedictus, il Cristo risorto s’innalza centralmente sulla Madre Terra; nel pannello del Magnificat, l’occhio vigile di Dio guida dall’alto le vicende sacre della salvezza umana; nel pannello del Nunc dimittis la visione apocalittica di Giovanni a Patmos sancisce la definitiva separazione tra buoni e cattivi.
Più che illustrare la preghiera che qualifica ogni pannello, la Porta offre quindi una sintesi biblica in chiave dinamica, in cui i particolari emergono in figurazioni, a tutto rilievo o in semplice abbozzo, elevate a simboli. Una sintesi di dottrina e fantasia, tradizione e sensibilità artistica.