Descrizione
Il presente testo passa in rassegna 130 iscrizioni pagane, raccolte in un prezioso censimento redatto nei primi decenni del XX secolo da Monsignor Giuseppe Cascioli, Subarchivista del Capitolo di San Pietro dal 1908 al 1916, il quale fu attento e prezioso studioso di antichità romane.
Il suo operato risulta di estremo interesse ai giorni nostri, in quanto egli si cimentò con spiccato senso erudito nella trascrizione e nell’analisi di tutte le iscrizioni epigrafi che ritrovate e al suo tempo custodite nell’area della Basilica di San Pietro, adoperando con intelligenza le fonti antiche e a lui contemporanee, che non esitò a citare nei suoi scritti in particolareggiate note.
Sia le iscrizioni che le dettagliate annotazioni del Cascioli sono state integralmente trascritte in questa sede – corredate da un opportuno apparato critico, frutto di un’attenta analisi delle fonti – allo scopo di riportare e porre in evidenza le notizie essenziali circa la corretta tradizione dei testi, la singolarità dei loro contenuti e l’odierna collocazione dei reperti, nella maggior parte dei casi oggi non più in situ. Nel riprodurre il manoscritto suddetto, che risulta essere un insieme di appunti in fogli sciolti, si è scelto di offrire una trascrizione fedele del testo delle epigrafi e una riproduzione delle figurazioni così come disegnate dal Cascioli, e di emendare in alcuni punti il suo commento alle stesse per renderne più agevole la comprensione. Si è scelto, inoltre, di utilizzare delle note sia per lo scioglimento delle abbreviazioni presenti nelle epigrafi sia per l’integrazione, ove possibile, di lacune esistenti nelle stesse sia, infine, per la trascrizione delle annotazioni che l’autore segnava, spesso, in foglietti sciolti allegati. Si è preferito, poi, non mantenere la numerazione originaria dei fogli, poiché l’autore ha stilato il testo quasi esclusivamente sul recto di essi.
Dal punto di vista più strettamente archeologico, trattasi di iscrizioni funerarie individuali, incise su lastre a chiusura dei loculi, oppure su sarcofagi e basamenti di statue, provenienti dagli antichi sepolcreti dell’area vaticana. Il formulario è tipico di un arco temporale compreso tra il I e il V secolo d.C.: i testi sono generalmente concisi, con il nome del defunto in caso nominativo, da solo, oppure in caso dativo, preceduto dall’espressione Dis Manibus – scritta per intero o abbreviata in D. M. -, formula dedicatoria introduttiva utilizzata dalla fine del I sec. d.C. fino al VI, quando iniziò a scomparire, volta a specificare che la tomba, divenuta res religiosa, era proprietà degli Dei Mani e sarebbe stato un atto empio manometterla.
Per quanto concerne le fonti, sono stati consultati principalmente i corpora di maggiore prestigio, come il Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL), e per pochi casi l’Inscriptiones Christianae Urbis Romae (ICUR), ai cui testi si rimanda per ulteriori approfondimenti bibliografici, mentre è risultato uno strumento di notevole utilità l’Epigraphic Database Roma (EDR), parte costitutiva della Federazione internazionale di banche dati epigrafi che denominata Electronic Archive of Greek and Latin Epigraphy (EAGLE).
In conclusione, lungi dalla presunzione di sostituirsi ad un testo di carattere prettamente specialistico, la presente opera mira a fornire al lettore, attraverso la pubblicazione dell’inedito primo manoscritto di monsignor Cascioli, un’interessante panoramica del patrimonio epigrafico fino agli inizi del XX secolo conservato nell’area della Basilica di San Pietro in Vaticano: un ricco repertorio di testimonianze archeologiche attualmente in parte ammirabili ancora in loco, in parte disseminate tra vari istituti di conservazione e in ultimo, in non pochi casi, purtroppo disperse.